Ne parlammo gia’ in “Nevica”.
Domenica mattina.
Ho passato una notte tormentata da rumori INUMANI provocati dalla coazione del vento con qualsiasi tipo di superficie. Mi alzo con la faccia PALLATA, in tuta da vero knacker, deciso, una volta per tutte a mettere fine alla sofferenza della porta che sbatte. O a me stesso.
Esco di casa e vado nel corridoio del palazzo, BESTEMMIO E RIENTRO, fa un freddo pazzesco nel corridoio e sono costretto a mettermi il giubotto.
Riesco di casa col giubotto e la tuta, deciso nella mia pazzia. Salgo sopra, mi faccio le scale a piedi fino ad arrivare al quinto piano, non sento nessun rumore, credo di impazzire, impazziro’, lo so gia’. Sul terrazzo c’e’ un vento PAZZESCO, credo di volare e arrivare fino al porto, ma il mio peso e la potenza di ISACCO NIUTON, mi tengono attaccato al terreno.
Ad un certo punto lo sento.
TATATATATATATA.
E’ lui il rumore malefico.
TATATATATATA
E’ lei la porta che sbatte.
Mi affaccio dal terrazzo all’ultimo piano per cercare di individuare il punto e l’oggetto, cerco, MI PARE DI CAPIRLO, e’ giu’, vicino ai portoni, perche’ non me ne sono reso conto prima??? E’ giu’, nel cortile, ECCOLA LA SENTO, sbatte contro qualcosa e vibra DENTRO DI ME. Muoio io adesso ma morira’ lei tra poco, il vetro trovera’ pace in mille frammenti.
Mi rifaccio cinque piani di scale correndo come un pazzo perche’ l’ascensore e’ rotto da una settimana e nessuno se l’e’ inculato, scendo giu’, palla di nervi, STRAVINSKY AIUTAMI.
Non la sento.
Mi piazzo in mezzo al cortile interno del palazzo per captare ogni rumore, sono le sette del mattino, la domenica mattina qui sono tutti rincoglioniti dalla sbronza, nessuno notera’ urla e rumori inumani nell’atto di sfondare un vetro.
Continuo a non sentirla.
TATATATATATA
Eccola.
TATATATATA
Guardo, osservo, SCRUTO, SENTO.
La sento, eccola, MA DOVE CAZZO E’??
Il rumore viene dall’alto, proprio dal terrazzo.
MIO DIO COSA STA SUCCEDENDO?
TATATATATA
Si’ viene da lassu’.
Mi rifaccio le scale, morto SUDATO dentro l’impermabile, tremila gradi dentro di me, un grado fuori, salgo sopra, mi ripiazzo nel terrazzo, STAVOLTA NON MI FOTTI.
TATATATATA
Mi affaccio, impazzito. Sento ma non vedo un cazzo.
Sono morto, non posso continuare, ho bisogno di qualcuno che mi aiuti, ho bisogno di parlarne con qualcuno. Ho bisogno di qualcuno che veda questa sofferenza e mi aiuti a distruggere questo vetro. Questa porta che sbatte non puo’ essere dentro di me.
Rientro a casa, ventimila gradi di sbalzo di temperatura, mi tolgo il giubotto + maglione e mi accascio sul divano, ucciso dal sudore. Fuori, il rumore di Dublino:
TATATATATATA
Crepo.