Dec 17 2007
Sulla difficolta’ del codice
Amo immaginare i programmatori come dei bambini innocenti a cui e’ stato dato un cesto di Lego e una botta in testa da piccoli; li immagino candidi, senza peccato, intenti a costruire caserme dei pompieri e villini con alberi e fiori.
E la realta’ non puo’ essere cosi’ distante da cio’ che immagino, se un software commerciale per mac smarrisce la sua configurazione dopo un reboot o un crash. D’altronde e’ cosi’ difficile scrivere del codice, come biasimare i poveri programmatori? Memset, bzero, strncpy, classi, oggetti… troppi concetti, troppa complessita’, non c’e’ da meravigliarsi se poi le 30 entry da me inserite nella configurazione fanno a farsi strafottere. E’ un comportamento lecito, nell’entropia.
E come il cazzo va al culo, cosi’ la mia testa si reclina, e il contatto con l’Altissimo si fa diretto, immediato, e potente dal cuore mio esce un gigante e violento
PORCO DIO
E la mano parte FRENETICA verso la ZILLA, inizia a MENARLA finche’ non divento VERDE, un contatore GAY-GER nel culo, l’empio disegno nucleare del cristo atomo di mmerdio: GODO ZILLA.
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E come il cazzo va al culo, cosi’ la mia testa si reclina, e il contatto con l’Altissimo si fa diretto, immediato, e potente dal cuore mio esce un gigante e violento
PORCO DIO
Questa è pura poesia.