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Feb 26 2006

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Russi di merda

Filed under niente a senso

Uno decide di andare a mangiare qualcosa di particolare una volta tanto, giusto per cambiare. Passiamo di fronte a un ristorante russo, diciamo “fico, proviamolo“.

Mangiamo. Insalata russa, cose strane e gelatinose, ravioli con dentro un salmone vivo, altra roba che neanche ricordo, un nero d’avola prodotto in siberia (???) e alla fine, ovviamente, vodka russa, liscia, da 50vol. Però, non male, tutto buono, prezzi accessibili, ci si può anche tornare..

Non l’avessimo mai detto. La mattina dopo praticamente mi sveglio che sto già cagando, mi dico “cazzo, vabbè, capita.. Vengo a sapere che night è nelle stesse condizioni, e cominciano le bestemmie rivolte al porco cristiano e quello ortodosso. Il maiale è sempre lo stesso, quindi basterebbe una monobestemmia, ma noi per sicurezza raddoppiamo gli insulti. Non si sa mai.

A breve gli altri due commensali vengono colti dalla stessa sorte. Un’apoteosi di merda. Il culmine della maialaggine dell’uno e trino è però riservata a quando, colto dall’ennesimo impulso caghereccio, sono costretto a infilarmi nel bagno di un centro cinofilo, salvo poi, una volta espulsa la cratura infernale che è era nata in me, accorgermi della mancanza della carta igienica.

Male.
Molto male.

Riesco a raggiungere un rotolo di carta assorbente, che è praticamente carta vetrata da 40, il mio sedere piange, dio sicuramente anche. Getto nel cesso la carta vetrata, tiro l’acqua, ma il suddetto cesso prende vita, non vuole saperne di fare il suo dovere e portarsi via il tutto. Si riempie come se volesse risputarmi contro con violenza inaudita tutto ciò che lo costringono ad ingerire, sembra dirmi “vediamo se ti piace farti riempire di merda”. Io bestemmio, sono terrorizzato. Lui cambia idea, rimane un po li, indeciso se riversare un lago di merda verso di me, che lo guardo sgomento e blasfemo, oppure no. Evidentemente però, condivide il mio punto di vista sull’onnipotente, perchè ci ripensa, mi dice “per questa volta passi, semmai me la prendo col prossimo”. Sono mosso da un senso di compassione mai provato. “Tu si che fai una vita di merda”, penso.

Torno in macchina. Sono sudato. Mi prometto: “mai più cucina russa”.

Ma anche: “Porta rispetto ai cessi. Se la passano comunque peggio di te”.

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